Alfiero Cappellini

Alfiero Cappellini

Nato da una modesta famiglia che inizialmente lo ostacola a perseguire la propria vocazione artistica, si iscrive alla locale scuola d'arte incoraggiato dall'allora direttore Fabio Casanova a proseguire studi e a frequentare l'Accademia fiorentina dele arti e del disegno.

Nella prima metà anni venti entra in contatto con gli amici del gruppo postoiese fra cui Agostini, Bugiani, Innocenti, sotto la guida di Michelucci, con i quali partecipa all “I Mostra provinciale d'arte” nel 1928. Parallelamente frequenta lo studio di Soffici a Poggio a Caiano e su insegnamento del maestro frequenta la scuola libera di nudo e alcuni corsi all'accademia delle belle arti di Firenze. A questo periodo risalgono anche i contatti con l'ambiente dell'Ermetismo fiorentinodelle Giubbbe Rosse e del Gilli in particolare con Lisi, Luzi, Parronchi e Bilenchi, presentatigli da Bigongiari.

Dal 1935 inizia la partecipazione alle Quadriennali d'Arte nazionale a Roma. Nel 1936 è presente alla XX Biennale d'arte di Venezia e nel 1938 si trasferisce in Brianza per stare in contatto con l'ambiente culturale milanese.

Rientrato a Pistoia per problemi di salute nel 1940 ottiene una sala personale alla XXII Biennale veneziana. Richiamato alle armi e catturato dai nazisti partecipa alla lotta partigiana.

Nel dopoguerra espone in numerose personali e collettive e ottiene la cattedra alla scuola d'arte di Pistoia.

Intanto si fa conoscere in ambiente romano, tiene rapporti con Guttuso, Grada e Moravia, si lega all'ambiente politico della sinistra e collabora saltuariamente con il giornale “l'Unità”.

Alla metà degli anni cinquanta risale un viaggio in Romania.

Gravi problemi di salute lo costringono a una lunga convalescenza passata a Fiesole ospite di Primo Conti.

Riprende a dipingere e ottiene altri riconoscimenti nazionali, muore a Pistoia nel 1969.

Esposizioni