Marino Marini

Marino Marini

Marino Marini (1901-1980)

Pronipote di Torello e fratello gemello di Egle, nasce a Pistoia nel 1901. Nel 1917 si iscrive all'Accademia di belle arti di Firenze, dove frequenta i corsi di Galileo Chini e, dal 1922, di Domenico Trentacoste. Di ritorno dal servizio militare, apre uno studio a Firenze. Nel 1927, in occasione dell'Esposizione delle Arti decorative di Monza, conosce Arturo Martini, che dopo due anni lo chiama a succedergli nell'insegnamento della scultura presso l'Isia di Monza, dove Marino insegnerà fino al 1940. Dopo la sua prima partecipazione nel 1928 alla biennale di Venezia espone in una serie di collettive con il gruppo del Novecento Toscano, quindi agli inizi degli anni trenta si reca a Parigi, dove stringe i contatti con molti artisti, di cui frequenta gli studi: da Picasso a Laurens, da Lipchitz a Braque. Nel 1932 presenta Milano la sua prima personale e ottiene importanti riconoscimenti con la partecipazione a varie Quadriennali romane. Stabilitosi a definitivamente in Lombardia, compie numerosi viaggi nelle grandi capitali internazionali dell'arte, imponendosi come uno dei protagonisti della ricerca plastica europea. Nel 1942 lo studio milanese di Marino viene bombardato, cosicché l'artista è costretto a riparare con la moglie nel Canton Ticino dove allarga gli scambi di esperienze con Giacometti, Wotruba, Banninger, Hubacher, Haller, Richier, e rielabora le indicazioni di arcaismo sviluppate negli anni trenta, portando la forma a esasperazioni drammatiche nuove e lancinanti, suggerite dal disagio e dal dolore della guerra. Tornato a Milano nel 1946, riprende l'insegnamento a Brera. Sviluppa in questo periodo il tema dei “cavalieri” e parallelamente quello femminile delle “Pomone”, figure femminili simbolo di fecondità.

Partecipa alla Biennale del 1948 e in tale occasione conosce Henry Moore, instaurando un'amicizia confermata nei lunghi periodi di soggiorno comune a Forte dei Marmi. Nello stesso anno conosce il grande mercante tedesco-americano Curt Valentin che lo invita negli stati Uniti e gli organizza una grande personale a New York nel 1950 avviando un'oculata promozione delle opere dell'artista nel mercato americano e mondiale. Nel 1952, riceve il gran premio internazionale per la scultura alla Biennale di Venezia, mentre, dopo la morte di Valentin, nel 1954 gli succede nel ruolo di mercante Pierre Matisse. In quegli anni il tema del “cavaliere” trapassa gradualmente nelle composizioni tragiche di “miracolo”, “guerriero”, “grido” e, nel pieno degli anni sessanta, nelle “forme”.

Fra le esposizioni di carattere storico, negli anni sessanta, si possono ricordare quelle di Zurigo, Kunsthaus (1962), quella di Palazzo Venezia, Roma (1966) e quella itinerante in Giappone (1978). L'opera di Marini è raccolta nei maggiori musei di tutto il mondo; raccolte organiche hanno trovato luogo espositivo privilegiato presso la Galleria di Arte Moderna di Milano (1973), la Nuova Pinacoteca di Monaco di Baviera (1976). A Pistoia, sua città natale nel 1979 è stato inaugurato il centro di Documentazione Marino Marini che raccoglie disegni, incisioni, la grande scultura Il Miracolo e una ricca documentazione specializzata, mentre a Firenze presso il Museo Marino Marini di San Pancrazio, aperto nel 1988, si conserva un gruppo di 113 opere donate dall'artista alla città di Firenze, pochi mesi prima di morire (nel 1980), arricchito in seguito da opere donate dalla moglie.