Pietro Bugiani

Pietro Bugiani

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DAL 06/10/2012
al 11/11/2012

Presi il coraggio a quattro mani… e cominciai anch’io a dipingere”.

Il titolo si riferisce a una notizia autobiografica dell’artista in cui, in un ricordo d’infanzia, egli rammenta il suo esordio come pittore, seguendo le orme del padre. E’ lecito pensare che da quel momento in poi la sua vita dovette cambiare; la consapevolezza di un continuo lavoro di ricerca dovette farsi strada nella sua anima di giovinetto e non abbandonarlo per tutta la vita.

Lara Vinca Masini nell’introduzione al catalogo della mostra dedicata alla collezione del Novecento pistoiese della Fondazione della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia, sostiene che Pietro Bugiani “è forse l’artista che più incarna il carattere della pittura pistoiese tra la metà degli anni Venti e gli anni Quaranta. Ma ne porta le capacità al suo massimo grado”; e parla di “realismo magico”, nel descrivere quelle sue composizioni che rivelano una profonda conoscenza del Trecento e del Quattrocento toscano, fino ai post-macchiaioli e a Cezanne.

Ma dove si trova oggi l’espressione della sua pittura? Dov’è che possiamo vedere quelle luci diurne nei paesaggi delle domeniche d’autunno? Quelle atmosfere chiare e sottili nelle rappresentazioni della campagna in inverno? Dove troviamo quei volti di contadini dalla pelle dura e scavata come il legno dell’olivo? Dove troviamo ancora l’immagine di quelle case coloniche tinte di rosa, con un covone di grano al centro dell’aia, due ruote di macina appoggiate lungo il muro, il verde dei campi e le colline azzurre sul fondo? Dov’è quella natura “incantata”, sospesa, in un’attesa malinconica? Certo le cose sono cambiate dai tempi in cui Bugiani s’incamminava verso Val di Bure, Vinacciano, Santomoro: qualche casa di contadini oggi si è trasformata in residenza privata, cinta da una rete e chiusa da un cancello, i campi sono diventati giardini, ed è difficile vedere un mulo legato a un palo. Ma l’atmosfera non è cambiata. I colori degli alberi, del cielo e della natura tutta intorno sono rimasti gli stessi. Così come si ritrovano ancor oggi – a voler cercare nei luoghi che furono oggetto d’ispirazione e di ricerca della grande pittura dei secoli scorsi - i colori della Senna degli impressionisti, o il riflesso della terra al tramonto nella campagna francese dei dipinti di Millet, o i paesaggi di Cezanne a Auvers – sur - Oise; allo stesso modo si può tutt’oggi comprendere quella poesia interiore cui Bugiani attinse dalle suggestioni del paesaggio rurale pistoiese per tutta la sua carriera artistica.

La mostra diventa l’occasione per ripensare questi luoghi come il deposito di una memoria storica pistoiese; ed i dipinti che li hanno ritratti come l’espressione di questa memoria, senza la quale non esisterebbe una cultura ed un’identità cittadina.- con la tradizione artistica locale, perché crede con convinzione che avere cura delle proprie radici sia un investimento per il futuro e mantenga in buona salute la funzione sociale dell’arte.

Lorenzo Cipriani